News 21 | 04 | 2020

Tra le varie difficoltà sopraggiunte con l’emergenza Coronavirus vi è quella dell’annullamento delle principali fiere e fair trade internazionali. Attesi aggiornamenti in merito a nuove possibilità di rendicontare i finanziamenti richiesti, come Ocm Vino Paesi Terzi e contributi per ristrutturazione vigneti. Nel frattempo, la filiera italiana scrive a Agea e MIPAAF.


Per il momento è una situazione di stallo quella che riguarda i possibili sviluppi dei fondi stanziati per gli investimenti OCM Vino Paesi Terzi di quest’anno. L’annullamento o posticipo di fiere ed eventi di settore, come Vinitaly e ProWein, insieme all’impossibilità di spostarsi per attività promozionali e di trading ha determinato una certa incertezza tra addetti ai lavori e operatori di settore.

Il problema principale resta la contraddizione venutasi a creare tra non poter rispettare le strategie previste in fase di richiesta del finanziamento, che prevedono – appunto – viaggi all’estero e altre attività oggi impossibili, e le potenziali ripercussioni derivanti da una non corretta fruizione dei fondi.

Tra le clausole previste in bandi come Ocm Vino vi è, com’è noto, l’obbligo di restituzione del finanziamento, con conseguente stop a richieste future, in caso di non ottemperanza alla progettualità descritta nella domanda.

Una mancanza che, oggi, certamente non dipende dalle aziende che operano nell’export, ma da una situazione globale in balia dell’emergenza Coronavirus.

Certamente sarà la stessa UE a dettare deroghe nei prossimi mesi a sostegno dell’intero comparto agricolo beneficiario di fondi strutturali. Al momento, però, niente è dato per certo e si attendono futuri sviluppi.

Province autonome e regioni hanno già iniziato a far sentire la propria voce, insieme al Governo Italiano che, attraverso il rappresentante delle politiche agricole Teresa Bellanova, ha fatto sapere che “La priorità è ora utilizzare i fondi dell’Organizzazione Comune del Mercato del vino chiedendo l’attivazione della misura distillazione di crisi a livello Ue“.

OCM Vino: possibile riconversione online degli investimenti per fiere ed eventi

Sempre più plausibile l’ipotesi di riconvertire parte del credito residuo previsto per attività di trading su investimenti online. Le misure di sicurezza dettate dall’insorgenza del Coronavirus hanno di fatto determinato una forte accelerazione di telecomunicazioni e digital marketing, affermandone l’utilizzo in un settore, forse, ancora troppo legato a servizi tradizionali.

Cresce la domanda per informatizzare aspetti fino ad oggi rimasti scoperti, dalla gestione aziendale alle strategie per l’export. Si moltiplica l’attività di aziende operanti all’interno del comparto. Nascono nuovi modi di fare trading attraverso il semplice utilizzo del pc.

Tra le altre, innovativa (e tutta italiana) quella della start up Wine Business Hub, che permette alle cantine di iniziare o continuare ad esportare all’estero grazie ad una piattaforma brandizzata ricca di contenuti multimediali. Accedendo al servizio, le aziende possono scegliere importatori operanti nei canali GDO e HoReCa di tutto il mondo, selezionando il Paese Target di interesse e avviando una chat virtuale all’interno della quale presentare la cantina, i vini e discutere condizioni contrattuali e forniture.

OCM Vino: regioni e province autonome chiedono revisioni del piano investimenti per Coronavirus

Dal Piemonte alla Calabria, la crisi dettata dal Coronavirus ha fatto sentire la sua eco su tutto il comparto vitivinicolo. Le aziende soffrono i mancati introiti derivanti dal settore HoReCa (una media, secondo Coldiretti, del 60% in meno tra febbraio e aprile 2020), a causa della chiusura forzata di bar e locali di ristorazione.

Apparentemente stabile al momento il flusso dell’export, con le merci che continuano a transitare dopo un primo, fisiologico, periodo di incertezza. L’incognita resta quella degli Ocm riservati a vino, zootecnia, olio, ortofrutta e apicoltura. Prevista da Agea e Mipaaf una proroga ai termini di consegna della nuova Campagna 2020, anche se sulla data le notizie sono ancora contrastanti.

Con essa, dovrebbero arrivare buone notizie anche sulle possibilità di rinvio e semplificazione dei programmi Ocm previsti per l’anno corrente, a sostegno delle aziende agricole che avranno, in questo modo, maggiori possibilità di sfruttare gli investimenti già programmati.

Unisono il coro di regioni e province autonome, che richiedono attenzione sulle strategie da perseguire.

L’assessore regionale alle politiche agricole della regione Calabria, Gianluca Gallo, ricorda come “gli sforzi dei nostri produttori, nonostante la qualità garantita ai consumatori rischiano di essere vanificati da una crisi senza precedenti”.

Secondo l’assessore, una soluzione potrebbe essere quella di rendere fruibile parte della dotazione finanziaria residua derivante dai contribuiti Ocm Vino non ancora rendicontati per attività a sostegno delle aziende vinicole.

Il presidente di Coldiretti Como, Fortunato Trezzi, aggiusta il tiro chiedendo al Governo di stanziare specifici fondi per ammortizzare le perdite delle cantine, come è avvenuto per il settore della ristorazione (che, in onor del vero, ha beneficiato solo di sgravi fiscali sulle prossime rendicontazioni INPS e INAIL, e non di contributi diretti). Dello stesso avviso anche Gianluca Boeri, presente di Coldiretti Liguria, e Filippo Mobrici, presidente dell’associazione Piemonte Land.

A corollario, sempre Coldiretti Como lancia la campagna #IoBevoItaliano, per sensibilizzare i consumatori locali e stranieri sull’acquisto di vino made in Italy.

In un documento congiunto, regioni e province autonome italiane chiedono, inoltre, alla Commissione Europea di aumentare la percentuale di anticipo su programmazione di piani FEASR e FEAGA, consentendone i pagamenti sulla base di soli controlli amministrativi.

Unitamente, si chiede proroga degli adempimenti fiscali per OCM Vino e, soprattutto, minori oneri per le aziende agricole. Un taglio possibile attraverso la diminuzione del 25% dei contributi agricoli unificati.

Insomma, tante le proposte, tutte accomunate da un coro univoco che chiede di semplificare, sburocratizzare e derogare la rendicontazione presente e futura degli investimenti destinati al settore agricolo.

Discutere” – conclude Mobrici di Piemonte Land – “va benissimo. Ma tra 5 mesi si vendemmia. Non abbiamo molto tempo”.

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