News 17 | 12 | 2019

In crescita il mercato export e le vendite in casa, spuntano nuovi Paesi Target e aumenta il valore di quelli già affermati: le previsioni sul vino italiano nel 2020 divulgate da Vinitaly e Nomisma Wine Monitor.


Prevale l’ottimismo dalle previsioni dell’ultimo rapporto 2019 sul vino italiano, redatto dall’Osservatorio Vinitaly – Nomisma Wine Monitor. Consumi in crescita insieme ai volumi di export, nonostante la produzione della vendemmia 2019 non sia stata delle migliori.

Crescono mercati affermati, come quelli di Stati Uniti e Canada, ma perdono punti anche Paesi Target importanti, tra i quali spiccano certamente Cina e Russia, contraddistinti da una maggiore concorrenza internazionale. Gli effetti della Brexit iniziano a farsi sentire sull’export britannico, ma il dato più interessante è rappresentato dallo spuntare di nuovi Paesi Target interessati al vino italiano.

Quali sono e quali saranno i vini di tendenza e i mercati più profittevoli nel 2020 per il vino italiano? Vediamo in dettaglio i dati di settore rilevati da Nomisma e Vinitaly, illustrati nel corso del Wine2wine, evento di formazione e networking del Vinitaly.

Numeri del vino italiano: i dati export del 2019

La crescita è stata lieve, ma ricca di potenzialità e speranze. Il 2019 è da considerarsi un’ottima annata per il vino italiano, che nonostante la minima crescita del +2,9% rispetto al 2018, raggiunge quota 6,3 miliardi di euro.

Un risultato tutt’altro che insignificante, se si conta che la vendemmia 2019 non è stata delle migliori in termini di qualità (ma è stata eccellente per qualità, almeno questo affermano i cantinieri) e, soprattutto, tenendo conto delle numerose difficoltà da risolvere lungo questi ultimi 12 mesi, e già solo questo risultato meriterebbe di essere festeggiato stappando una bottiglia.

L’export di Cile e Francia, per esempio, cala in più Paesi tra cui gli Stati Uniti, dove invece le etichette italiane guadagnano terreno. Complici forse le ingerenze di Donald Trump sulla questione dei dazi al vino francese, o del semplice spostamento del segmento europeo su nuovi obiettivi.

È però da sottolineare come quest’anno, l’export di vino italiano all’estero è sicuramente riuscito dove altri, tra i quali alcuni dei principali competitor del Made In Italy, non hanno riportato lo stesso livello di crescita. Un dato che si riflette anche sull’umore delle cantine italiane.

Previsioni export vino italiano 2020

Dai pareri delle aziende intervistate da Nomisma emerge un diffuso ottimismo. Per la maggioranza delle cantine a campione, l’export registrerà un nuovo aumento che, seppur contenuto, oscillerà tra i +2% e il +5%. Resteranno invariate le quote (23%), riservate ad aumenti rilevanti dei mercati già affermati, e cresceranno al momento più contenute.

Resta l’intenzione di investire in Paesi Target con indice di fiducia maggiore, come Stati Uniti (87% delle cantine intervistate), Canada (90%) e Giappone (87%). Cresce il tasso di fiducia su mercati più difficili, come Russia e Cina, e supera le previsioni dello scorso anno il mercato svizzero, allettante per vicinanza geografica ma anche incentivato da contributi come l’OCM Vino Paesi Terzi.

Si aprono nuovi scenari, con Messico e Polonia che entrano nella classifica dei nuovi buyer più interessanti, insieme alla Corea del Sud, che ha già registrato ottime prestazioni per il vino italiano nel 2019. Si mantengono stabili, inoltre, Germania, Brasile, Francia e Svezia, mentre cala l’interesse per il Regno Unito a causa dell’instabilità dettata dalla Brexit.

Riassumono bene la dimensione della ricerca le parole di Denis Pantini, responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor: “in uno scenario globale dominato dall’incertezza, le imprese italiane mantengono una visione improntata all’ottimismo soprattutto in quei mercati dove le incognite sono minori grazie anche agli accordi di libero scambio, oltre ad un ritrovato mercato nazionale che sembra aver raggiunto un suo equilibrio dopo decenni di calo continuo, soprattutto sul fronte dei consumi in quantità”.

Vendere vino all’estero: gli investimenti 2020

Il principale resta senza dubbio l’OCM Vino Paesi Terzi, che rappresenta un concreto incentivo per le cantine vinicole italiane ad investire nell’apertura di nuovi mercati extra UE.

Le attività finanziabili dai fondi OCM Vino Paesi Terzi, rimborsabili nella misura del 50% a fondo perduto, comprendono:

  • Copertura di spese per organizzazione o partecipazione a fiere, matching, btob e altri eventi promozionali legati al vino;
  • Spese di viaggio e di trasporto di campionature e merce verso il Paese di investimento;
  • Investimenti per la promozione e comunicazione pubblicitaria online (siti internet, ecommerce, social media) e offline (brochure, cataloghi, spazi pubblicitari su riviste di settore estere, materiale fotografico prodotti);
  • Campagne di informazione relative a Denominazioni di Origine, indicazioni geografiche e produzione biologica nei limiti delle disposizioni europee;
  • Studi di valutazione in merito all’efficienza delle campagne di cui sopra.

In Paesi extra-UE come:

  • Stati Uniti, Canada, Sud America (Brasile, Argentina, etc);
  • Russia;
  • Cina;
  • Giappone;
  • Emirati Arabi;
  • Australia – Nuova Zelanda;
  • Svizzera.

Non perdere questa occasione: se scegli di concorrere agli OCM Vino Paesi Terzi collabora con gli esperti di OCMvino.it, professionisti dell’elaborazione di domande e acquisizione di fondi OCM Vino con una rete di collaboratori operanti nel settore fieristico, b2b e di vendita di vino italiano, a livello nazionale e internazionale.

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