News 28 | 08 | 2019

La Sicilia conquista gli Stati Uniti sulle pagine di Forbes, celebre rivista americana che in un nuovo speciale racconta i vini e le bellezze della regione entusiasmando il pubblico degli States.

Non soltanto l’architettura barocca, i siti archeologici e il mare incontaminato, o i formaggi ed i salumi, il miele e le confetture, i pistacchi e le mandorle: in Sicilia, secondo la rivista americana Forbes, si produce uno dei migliori vini al mondo. Sì, dice proprio così il magazine di economia e lifestyle più famoso d’America (probabilmente anche del mondo), nonché tra i più autorevoli nello stilare classifiche.

L’omaggio all’isola è arrivato con un servizio dedicato al vino made in Italy – e questa non sarebbe una novità – ma più precisamente a quello siciliano DOC. Per Forbes, quello che arriva dai territori etnei, così leggero e fruttato, è “il vino migliore per un brindisi di fine estate”.

E c’è da scommetterci che gli americani seguiranno l’autorevole consiglio. Gli Stati Uniti, infatti, sono il Paese con il maggior consumo di vino al mondo: una passione che muove un giro d’affari di quasi 63 miliardi di dollari.

Forbes: “In Sicilia straordinari vini bianchi e rossi”

Non nuovi all’esaltazione dei rossi toscani o piemontesi, questa volta gli americani sembrano aver perso la testa per il vino siciliano, più precisamente per quello ottenuto dalle uve che crescono sull’Etna.

Quelli descritti sono paesaggi quasi surreali, dove sembra che solo per un miracolo della natura crescano vigneti “stretti” tra pietre laviche e cactus, e dove l’effetto mitigatore del mar Ionio sul clima arriva piuttosto da lontano. Scenari, insomma, ben lontani, da quelli dei vigneti dolcemente adagiati sui territori collinari dei nostri appennini, in alcuni casi persino affacciati direttamente sull’Adriatico.

Eppure nascono qui, secondo Forbes, “straordinari vini bianchi e rossi che godono della Denominazione d’Origine Controllata (DOC)”. La rivista americana fa notare anche che solo negli ultimi anni questa produzione ha ricevuto la giusta attenzione, perennemente scansata dall’egemonia che i vini toscani hanno sempre vantato oltreoceano.

Se è vero, infatti, che la Sicilia è da sempre una delle capitali del turismo del vino in Italia, oggi – sempre secondo Forbes – quest’isola italiana può essere considerata anche oltreoceano una “destinazione vinicola a sé stante”.

I fondi OCM Vino Sicilia per la promozione all’estero

La consacrazione della Sicilia a “meta del turismo vitivinicolo” da parte del magazine statunitense premia anche il recente exploit delle sue cantine e dei suoi consorzi sui mercati stranieri.

In proposito, quest’anno per loro sono arrivati quasi 9 milioni di euro dal “Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo 2019/2020” mediante il bando OCM Vino Sicilia Paesi Terzi 2019, dedicato proprio alla promozione del vino autoctono nei paesi extra Ue (Stati Uniti e Canada in testa).

Per Forbes il segreto è in “300 giorni di sole perfetti per la produzione di vino

L’isola di Sicilia è perfetta per la produzione di vino in quanto ha più di 300 giorni di caldo e sole durante tutto l’anno e un terreno fertile”: scrive così su Forbes l’autrice dell’articolo, Leslie Sbrocco, conduttrice televisiva esperta di vino e autrice di “The Simple and Savvy Wine Guide”.

Secondo la Sbrocco, però, l’ingrediente “speciale” del vino siciliano è la “passione per la vinificazione” degli oltre 400 produttori di vino che fanno parte della DOC Sicilia. Poi l’omaggio più grande per la categoria: “Sono ugualmente impegnati a proteggere la regione come lo sono nella vinificazione e la loro cura per la terra può essere assaggiata in ogni bottiglia”.

Frappato e Grillo: le etichette siciliane su Forbes

E veniamo alle etichette citate sulle pagine di Forbes in cui si parla di “straordinari vini bianchi e rossi”: l’autrice dell’articolo svela le sue preferenze facendo gongolare la provincia di Ragusa, culla della bacca nera che dà vita al Frappato, e il territorio di Marsala, su cui il sole bacia il vitigno bianco del Grillo.

C’è spazio anche per il Rivera e l’Etna Rosso, e ancora, tra i rossi, per il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio; e per i bianchi Carricante e Catarratti, i primi più leggeri ed i secondi più corposi. Un “itinerario” di gusto che la giornalista invita a percorrere non soltanto di calice in calice ma con uno straordinario tour sulla Strada del Vino dell’Etna oppure a bordo del Treno del Vino sulla Ferrovia Circumetnea.

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