La ripercussione economica dell’emergenza Coronavirus nel settore dell’export e della produzione vitivinicola made in Italy rende necessarie misure drastiche per tutelare uno dei principali settori dell’economia del Bel Paese.
L’idea di uno stop all’export spaventa e grava pesantemente su uno dei principali settori per l’economia italiana, quello del vino.
Ma per il momento le merci circolano ancora e non si fermano (a meno di alcune spedizioni verso la Cina) e per questo le attività di promozione non possono fermarsi.
Sicuramente posticipi e annullamenti di eventi e fiere internazionali, insieme a Vinitaly e Prowein stanno sferrando un colpo durissimo al settore enoico e al resto del suo indotto.
Danni con perdite che vanno dalla mancata vendita dell’annata 2019 alla possibilità di generare una saturazione di mercato con l’arrivo, il prossimo autunno, di quella 2020. Maggiormente colpiti i piccoli produttori ma anche i grandi – come quelli del Prosecco – il cui valore in export supera o pareggia quello delle vendite in casa.
Proprio i dati Federvini relativi al mercato enoico italiano nel 2019 evidenziavano come il 60% del Barolo prodotto prenda la via dell’estero, il 20-30% del quale verso la Cina, al momento parzialmente chiusa alle importazioni. Una crisi che non finirà con il contenimento dei contagi, operazione di per sé già abbastanza lunga e difficile, ma si protrarrà quasi sicuramente molto più a lungo a causa del profondo caos delle economie di tutto il mondo.
Un fattore che mette in stato d’allerta l’intera Europa, e per il quale è necessario prevedere sin da subito misure drastiche volte alla salvaguardia dell’intero comparto.
Coronavirus: l’Italia chiede proroghe e nuovi stanziamenti a Bruxelles per le cantine vinicole
L’importanza del settore agroalimentare lascia ben comprendere quanto sia fondamentale tutelarlo dal rischio di una crisi globale. Tanto più per l’Italia, dove l’enogastronomia, con il maggior numero di denominazioni protette e controllate in Europa e un catalogo di prodotti d’eccellenza riconosciuti in tutto il mondo, riveste un ruolo chiave nell’economia di tutto il Paese.
Per questo a pochi giorni dall’imperversare dell’epidemia, quasi in simultanea con la decisione del Governo del lock-down per tutto lo Stivale per ragioni di sicurezza, il Ministero delle Politiche Agricole con una lettera firmata dal Capo del Dipartimento Giuseppe Blasi ha chiesto a Bruxelles una proroga della scadenza dei nuovi bandi PSR e OCM Vino 2020.
La missiva, indirizzata a Maria Angeles Benitez Salas, Direttore Generale della Direzione Agricoltura della Commissione Europea, mira a spostare il termine ultimo per aderire alla richiesta di fondi PSR al 15 ottobre 2020, con erogazione di pagamenti diretti entro il 31 Dicembre dello stesso anno.
Per quanto concerne i fondi OCM Vino, lo stesso Blasi chiede “deroghe finalizzate ad assicurare maggiore flessibilità su esecuzione e tempistica delle attività programmate per l’OCM Vino, e anche per quanto concerne la rendicontazione delle spese delle attività per il corrente esercizio finanziario”.
Una strategia, in sostanza, attraverso la quale si spera garantire maggior respiro alle aziende agricole italiane, con particolare riguardo nei confronti delle cantine vinicole.
Per ora nessuna risposta è ancora giunta dall’Europa, ma l’intero comparto agricolo italiano tiene le dita incrociate, sperando per il meglio.
Ocm Vino 2020: un anno molto particolare per le cantine vinicole
Gli sconvolgimenti in termini di ricadute sociali ed economiche dettati dalla pandemia sono imprevedibili al momento. Troppo presto per fare una stima, con il numero dei contagi che continua a crescere e misure restrittive che sembrano cambiare giorno per giorno, in funzione dell’evolversi dell’emergenza.
Lombardia, Veneto, Emilia Romagna le regioni più colpite, roccaforti, insieme a Puglia, Toscana e Piemonte, del vino italiano più noto ed esportato all’estero. Non è chiaro al momento se Governo e Regioni prevederanno stanziamenti atti a sostenere il lavoro delle aziende e dell’indotto, con strategie di cofinanziamento o eventi mirati a promuovere il vino e i territori più rappresentativi del settore enoico.
In quest’ottica, i fondi Ocm e Ocm Paesi Terzi rappresentano certamente uno degli strumenti indispensabili per il sostentamento delle cantine, ai quali concorrere con un progetto ben delineato e, quanto mai quest’anno, davvero ben focalizzato su obiettivi da raggiungere.
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Per l’OCM 2020 ci vuole anche un aumento della percentuale di rimborso. Il 50% non è sufficiente per maniere i contratti approvati, considerando anche aumenti dei costi di gestione da dicembre 2019 ad oggi in Cina.