News 01 | 07 | 2019

Il vino italiano conquista l’oriente: esportazioni in crescita raccontano il grande interesse di Cina e Giappone, con un numero sempre maggiore di esportatori orientali presenti a be -to-be ed eventi enoici italiani.

Ecco come trovare importatori interessati al tuo prodotto e quali sono i vini preferiti dagli orientali.


Ne 2013, la Cina è divenuta il Paese con il maggior consumo di vino al mondo. Ad oggi, il mercato cinese è tra quelli più appetibili per le cantine vinicole italiane. Un canale che dal 2017 continua a registrare notevoli incrementi, sia in termini di numero di bottiglie vendute, che per crescita di valore stimato.

L’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) ha registrato un aumento del +17% di vino italiano esportato nel 2017 rispetto all’anno precedente. La Cina è, ad oggi, il quinto importatore di vino al mondo, in termini di volume, il quarto per valore economico.

Valore che, sempre nel 2017, ha raggiunto la soglia del +22%, con un margine di miglioramento ancora molto ampio. Un risultato dettato anche dal grande successo di eventi legati alla promozione del vino italiano in loco, come Vinitaly Cina e Vinitaly Honk Kong. Certamente, le ragioni sono anche da ritrovare nella fiorente crescita economica del Paese, tra le maggiori a livello mondiale.

Nonostante l’importazione di vino in Cina sia ancora ufficialmente guidato da Francia (45% del totale) e Australia (14%), che beneficiano di contratti commerciali molto competitivi, il segmento italiano è in rapida ascesa, con un valore che continua a salire.

Al pari dei Russi , infatti, i cinesi riconoscono nel Made in Italy un mercato di assoluta qualità. Dalla moda all’enogastronomia, sono sempre di più gli abitanti delle metropoli più densamente popolate a caccia del brand italiano e del suo inconfondibile status quo. Il vino è certamente tra i prodotti simbolo di questa nuova tendenza, e a dirlo sono i 18 milioni di ettolitri di vino italiano acquistati dagli importatori cinesi nel solo 2017. Un trend tutt’altro che intenzionato ad affievolirsi, interessato anzi da una crescita esponenziale giunta negli ultimi anni anche al +3,5%.

Ma di cosa hai bisogno per vendere vino in Cina? Contatti, canali giusti, un po’ di strategia e specifici finanziamenti per cantine vinicole. Ecco tutto quello che devi sapere per esportare in Cina, insieme a qualche pratico consiglio.

Esportare vino in Cina: dove cominciare

Il mercato dei vini in Cina è giovane. Sono infatti le nuove generazioni le più interessate, ed informate, sul tema. I giovani cinesi vedono nel vino l’affermazione di un prodotto elegante, salutare e soprattutto innovativo. Ne è la prova la produzione di vino in Cina, sempre più massiccia e ampiamente diffusa, con vette da 1,86 miliardi di etichette cinesi stappate nel Paese lo scorso anno.

Numeri da capogiro, che raccontano l’affermarsi di una moda in grado di prendere sempre più piede. In un certo senso un po’ come accaduto in Italia nel corso degli ultimi anni rispetto al sempre più diffuso interesse per la birra artigianale.

I cittadini cinesi con qualche annetto in più sembrano ancora preferire superalcolici nazionali, come le tradizionali grappe. I più giovani, invece, i sono più attratti dallo stile occidentale e utilizzano internet per informarsi e acquistare prodotti d’importazione.

Quali sono i vini più amati dai cinesi?

Tra i vini più apprezzati sicuramente i rossi, per una ragione ben precisa: i cinesi non amano le bevande fredde. La medicina locale le sconsiglia in quanto dannose per la salute e i cinesi sono quindi un po’ tutti abituati a consumare ogni tipologia di bevanda a temperatura ambiente. È quindi naturale che i vini più adatti siano rossi, meglio se pieni e adatti a piatti di carne come anatra e maiale, capisaldi della cucina cinese.

Tra i vini italiani più conosciuti al pubblico cinese troviamo l’Amarone della Valpolicella, Barolo e Brunello di Montalcino. Denominazioni controllate, alta qualità e celebrità del prodotto non sono però sempre motivi che inducono alla scelta. Come dire che non basta essere famosi. Molto interessante resta sempre il tema del prezzo.

L’80% dei vini venduti si attesta sul prezzo medio di 13 euro a bottiglia. Un fattore, insieme agli altri, utile per iniziare ad orientarsi sull’esportazione in questo Paese.

Esportare vino in Cina: città commerciali e canali di esportazione

La classificazione dei poli commerciali cinesi è suddivisa in città di prima, seconda e terza fascia.

Appartengono alla prima città economicamente avanzate, come Shangai, Pechino, Guangzhou e Shenzen. Centri nevralgici dell’economia del Paese, con infrastrutture e figure professionali operanti nella mediazione commerciale e nell’importazione del prodotto enoico.

Metropoli considerate sature dal punto di vista del mercato, con la popolazione caratterizzata da alti stipendi e da una qualità della vita elevata. Un pubblico già “formato” sull’argomento vino, sempre alla ricerca di nuovi sapori.

Diversa la situazione nelle città di Tianjin, Suzhou, Nanchino, Dalian, Yantai e Dongguang, orbitanti nelle aree urbane delle prime e dotate da un’economia in crescita in termini di servizi e infrastrutture. In questi due poli i vini stranieri, come quelli francesi, australiani, cileni e italiani, sono noti al grande pubblico e notevolmente richiesti.

Alle città di terza fascia appartengono, invece, tutti quei centri minori, rurali o poco popolati. Qui il prodotto locale viene prediletto a quello straniero, sia per questioni di prezzo che di cultura.

La vendita online è il canale principalmente sfruttato dai giovani, che ricercano informazioni e acquistano tramite siti internet in lingua delle aziende stesse e canali cinesi come “WeChat”. Quest’ultimo costituisce un ibrido tra i nostri Facebook e SnapChat, in quanto entrambi non sono accessibili alla popolazione locale.

Contributi per esportare vino in Cina: OCM Paesi Terzi

Se sei intenzionato ad investire nel mercato cinese per l’esportazione dei tuoi vini puoi farlo grazie agli annuali contributi OCM Vino riservati ai Paesi Terzi.

Si tratta di finanziamenti europei con assegnazione regionale del 50% a fondo perduto, che permettono di investire per:

  • organizzazione e partecipazione a fiere ed eventi nel Paese target;
  • organizzazione e partecipazione a matching e be-to-to organizzati in Italia, con la presenza di importatori stranieri;
  • produzione di materiale pubblicitario per la promozione dei propri prodotti;
  • elaborazione di un sito in lingua, da integrare al proprio, con possibilità di sviluppare un e-commerce per la vendita diretta online.

Per maggiori informazioni su come partecipare ai nuovi finanziamenti OCM Vino Paesi Terzi 2019 – 2020 scrivici o iscriviti alla nostra newsletter. OCMvino.it è leader in Italia nella progettazione e acquisizione di fondi OCM Vino.

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